Il padre Giuseppe Richa e le notizie di Andrea Bambi su Montesenario
Giuseppe Richa, erudito padre gesuita, fu torinese di nascita (1693) e fiorentino di adozione († 1761). È noto per le monumentali e consultatissime Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise ne’ suoi quartieri stampate in dieci volumi dal 1754 al 1762 dalla tipografia Viviani.
La sua opera resta “una puntuale descrizione dello stato degli edifici sacri e dei loro possedimenti, anche artistici, all’epoca, estremamente preziosa per risalire alle origini di tanto patrimonio fiorentino alla vigilia delle dispersioni che seguirono le soppressioni monastiche” – così Wikipedia alla voce dedicatagli.
Per compiere la benemerita impresa padre Richa si servì degli scritti di Leopoldo del Migliore († 1696) e di personali ricerche negli archivi. Ebbe anche degli aiuti da parte di terze persone come riportano due manoscritti della Biblioteca Nazionale di Firenze intitolati “Varie notizie di chiese fiorentine comunicate al padre Giuseppe Richa”.
Uno dei suoi corrispondenti fu Andrea Bambi – del quale abbiamo trovato ben poco – citato nei fogli relativi al duomo di Firenze, al ponte a Rubaconte o delle Grazie, alla SS. Annunziata e a Montesenario.
Originali ci sembrano le descrizioni proprio del convento di Montesenario riguardanti le pitture e le statue presenti a quei tempi.
Le riportiamo integralmente.
Ecco il testo:
"Monte Sanario auta da Andrea Bambi
Nella chiesa nello sfondo della volta un dipinto a fresco da Anton Domenico Gabbiani La Madonna che dà la regola a’ Sette Beati [presente].
Vi è due quadri di Tommaso Redi di qua e di là all’altare maggiore che rappresentano due fatti di San Filippo Benizi dipinti a olio [presenti, la prima messa di San Filippo e lo scaturire della sorgente dei Bagni di San Filippo sul Monte Amiata].
In chiesa vi è sei quadri rappresentanti la Passione del Signore, che quello che rappresenta il portar della Croce fu dipinto dal signore Antonio Pillori, e quello del Nannetti, che rappresenta la Madonna che va in Egitto, e un altro, cioè il terzo dalla parte del Vangelo dipinse Taddeo Mazzi, che rappresenta quando il Nostro Signore lo pongono sul sepolcro, e dalla parte dell’Epistola la Madonna con il Giesù morto nelle braccia, è di Niccolò Nannetti, l’altro rappresenta la Disputa dei dottori, di mano di Taddeo Mazzi, l’altro rappresenta la Presentazione al tempio di mano di ...[sic] Castellani [Gaetano].
[I quadri furono dispersi durante la soppressione napoleonica].
Nel coro vecchio una tavola dell’altare di faccia, con la Madonna e i Sette Beati in atto di adorare la Madonna, di mano di Antonio Pillori.
Nel chiostrino otto lunette dipinte a fresco, che rappresentano i fatti dei Sette Beati di mano di Antonio Pillori.
Nell’infermeria vi è una tavola che rappresenta San Pellegrino quando il Crocifisso si schioda di croce, con due ovati laterali, uno rappresenta Santa Giuliana Falconieri, e nell’altro San Filippo Benizi, di Antonio Pillori.
Lo sfondino a fresco dipintovi l’Assunta di Antonio Pillori.
Nel refettorio, un cenacolo dipinto a fresco di Matteo Rosselli.
Nelle mura laterali del refettorio dipinse a tempera due paesi, Crescenzio Onofri, e le figure in detti paesi le dipinse Antonio Pillori.
Salendo su in domentorio una cappella intitolata del Beato Giovan Angiolo Porri [Porro] lavorata di stucchi, la tavola rappresenta la SS. Vergine che porta Giesù Bambino al suddetto Beato Giovan Angiolo Porri fu dipinta da Antonio Pillori, con due quadri ovati laterali, che rappresentano due fatti del medesimo beato.
Entrando in sagrestia vi è due quadri dipinti dal cavaliere Curradi [Francesco], uno che rappresenta molti santi che si ritrovano in paradiso, in uno va Cristo che fa orazione nell’orto, e vi è due quadretti di chiaro scuro di Matteo Rosselli.
In detta sagrestia vi è un altare ove si confessano i frati, dipinto a olio, che rappresenta Santa Giuliana Falconieri dipinta da Leonardo di Francesco Frati.
Fuori dell’ingresso della chiesa vi è due cappelline, che in una la tavolina dipinta a olio che rappresenta la Nonziata, e delle prime pitture fatte dal Cigoli, e nell’altro una tavola di buona maniera.
| Sopra la porta della chiesa, vi è dipinto a fresco un Cristo morto, e vi è Maria Vergine che l’adora di mano di Iacopo da Pontormo.
Entrando in convento nell’ingresso vi è sei ovati dipinti a fresco dipintovi I Sette beati di mano di Antonio Pillori, e l’architettura de’ sopraporti la dipinse ... [sic] Fabbrini [Stefano].
Nella foresteria e addobbata di quadri di beati e venerabili de’ loro religiosi, dipinti da diversi, ma la maggior parte sono stati dipinti da Antonio Pillori.
Sul cimitero in capo alla strada vi è due statue di marmo fatti dal figliolo di Girolamo Ticciati [Pompilio], che in una rappresenta San Filippo Benizi, e nell’altra rappresenta ... [sic, San Bonfiglio Monaldi].
Nella chiesa all’altar maggiore vi è l’altare ove vi è un crocifisso che avevano i Padri di ... [sic] e la Madonna e San Giovanni fatti di stucco da Girolamo Ticciati, che fu ancora l’ingegnere della nova restaurazione della fabbrica per l’eredità auta dall’Antella [1717, Donato dell’Antella].
Sopra detto altare vi è uno sfondino dipintovi un Padre eterno dipinto a olio (da) Tommaso Redi pittore fiorentino.
Il disegno di tutto Monte Senario fatto da Federigo Zuccheri [anche Zuccari, † 1609], lo e possiede chi à scritto queste cose [il Bambi] perché, volendone fare il rame, si dà questa notizzia".
Paola Ircani Menichini, I novembre 2024. Tutti i diritti riservati.
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